domenica 21 settembre 2014

Recensione videogioco: Dead Rising 2: Off the Record






Titolo: Dead Rising 2: Off the Record
Anno: 2011
Sviluppatore: Blue Castle Games
Distributore: Capcom
Piattaforme: PC, Xbox 360, PS3
Piattaforma testata: PS3


Quartier generale di Blue Castle games/Capcom Vancouver, 2011

"Buongiorno. Dead Rising 2 è sul mercato ormai da mesi. Immagino abbiate intuito il perché ho indetto questa riunione."
"Non si preoccupi signor Capcom, ci stiamo lavorando duramente... ancora poco e riusciremo a rendere la versione PC un pò meno merdosa"
"Eh?... Non avete capito proprio niente, quello che intendevo è che serve una riedizione."
"una che?"
"oh, Gesù... si vede proprio che siete gli ultimi arrivati. Ora vi spiego come funziona da queste parti... avete fatto un gioco di successo? Ora, è vostro preciso dovere riproporlo con qualche variante, a 
prezzo intero o quasi. Ora, qualcuno ha qualche idea in merito?"
"Mmm... Non saprei signor Capcom, non so se questa sia una buona idea. Voglio dire, è un titolo appena uscito e..."
"Ascoltami giovanotto, sarò schietto. Quando vi ho messo sotto contrato mi aspettavo che aveste le idee abbastanza chiare. Normalmente, a questo punto di una riunione ho già spunti per 27 nuove versioni di Street Fighter 2, quindi sappiate che siete indietro rispetto alla tabella di marcia. Dunque, mi aspetto qualche proposta."
"Eh insomma, mica è così facile..."
"Diosanto, come se ci volesse tanto. Cosa ne dite di un remake HD? Con Resident Evil facciamo conto di fregare un sacco di gente."
"Con tutto il rispetto, dead Rising 2 è già in HD"
"Uh, giusto. Allora, una ULTIMATE HD. Sempre con Resident Evil, facciamo conto di fregare un sacco di..."
"Ehmm... Quella la annuncerete tra un tre anni circa"
"Ora però non fare il saputello, ragazzo. E comunque, non ho ancora sentito proposte."
"Non so signor Capcom... Dead Rising 2 è una megafigata del Cristo. Come facciamo a migliorarlo?"
"Nuovi nemici magari? Gli zombie sono così anni 2000. Potremmo metterci dei generici terroristi mediorientali, O russi. O..."
"Che ne dite di inserti stealth? I giocatori amano quella roba, che abbia senso o meno"
"Un porting PC decente?"
"Dì ancora una cosa del genere e puoi considerarti licenziato."
"E se... rispolverassimo Frank West?"
"Perché non... Oh cazzo, bell'idea"
"Come ho fatto a non pensarci prima?"
"Alla buuon'ora, qualcosa di costruttivo. West piace al pubblico, lo stiamo già inserendo a cazzo di cane un pò ovunque"
"In effetti... Se quelle fighette sessualmente represse di Konami l'han fatto col Pyramid Head, chi siamo noi per essere da meno?"
"Ecco lo sprito che voglio sentire. Finalmente abbiamo un punto di partenza. West a Fortune City, può funzionare. Basta metterci commenti sarcastici a ogni dove, qualche mossa di wrestling e magari una nuova area dove Frank può fare un sacco di stronzate divertenti... Qualcosa che abbia un nome scemo, che magari suoni come 'la zona del tuo ano'... solo, non così banale"
"Mi piace... Ho già in mente un paio di nuovi boss"
"Wow le modifiche alla trama praticamente si scrivono da sé"
"Possiamo reinserire le foto nel gameplay. E ora che ci penso, potremmo integrare tante di quelle novità da giustificare una riedizione dai 40 euro in su..."
"Ora, non allargarti troppo. Comunque è deciso, Dead Rising 2 con Frank West, fotografie, cose sceme, dai 40 euro in su. Mi aspetto il prodotto finito entro sei mesi. Se non altro non è statauna perdita di tem..."
"Signor Capcom?"
"Sì?"
"A sto giro, la versione PC possiamo farla non merdosa?"
"Sei licenziato."


E così nacque Dead Rising 2: Off The Record.







Voto: 9/10

mercoledì 3 settembre 2014

Recensione videogioco: Dead Rising 2






Titolo: Dead Rising 2
Anno: 2010
Sviluppatore: Blue Castle Games
Distributore: Capcom
Piattaforme: PC, Xbox 360, PS3
Piattaforma testata: Xbox 360


Willamette è stato solo l'inizio. Sono trascorsi quattro anni dall'"incidente" che gli sforzi di Frank West hanno portato all'attenzione nazionale e mondiale, ma la prima epidemia di zombie su suolo americano non è rimasta un episodio isolato, con conseguenze tragiche quanto clamorose (tra cui, Las Vegas praticamente spazzata via dalle carte geografiche). Ovviamente, ci vuole ben altro che un problemuccio del genere per inceppare per inceppare il fiero spirito capitalista e il senso del business dello zio Sam: a tempo di record, il complesso di Fortune City è emerso come il nuovo punto di riferimento per chiunque voglia dirottare i propri quattrini in una sbornia di intrattenimento, gioco d'azzardo e malattie veneree. Resta uno sgradevole surplus di stupidi non morti da smaltire? Ecco nascere format come il popolarissimo Terror is Reality, dove i coraggiosi concorrenti dovranno sfidarsi in una serie di pirotecniche prove a base di mortacci obliterati nei modi più violenti e spassosi possibili, tutto per la gioia del pubblico pagante. Ma che dire degli sfortunati cittadini infettati, le cui stime si aggirano su diversi milioni? Niente paura, non verranno abbandonati al loro destino. Naturalmente a patto di potersi permettere la dose quotidiana di Zombrex, un prodigioso (quanto costoso) farmaco in grado di inibire il processo di zombificazione per 24 ore.
Chuck Greene ha avuto la sventura di essersi ritrovato esattamente nel mezzo di tutto questo casino: sopravvissuto a Las Vegas, dove ha visto la moglie morire e la figlioletta Katey beccarsi un poco salubre morso infetto, l'ex campione di motocross e novello  genitore single ha vissuto tempi durissimi, dilapidando i propri risparmi per assicurare a Katey la preziosissima medicina, e proprio per questo bisogno, si troverà a partecipare -con lo stesso entusiasmo che ci si potrebbe aspettare nel prepararsi a un'accurata visita proctologica- all'ultimo evento di Terror is Reality, proprio nell'arena di Fortune City.
Ma il destino ha in serbo una bruttissima sorpresa: un'esplosione presso le barriere di sicurezza, e in men che non si dica, il resort è sommerso da schiere a perdita d'occhio di non morti, liberi di vagare e farsi un week end di baldoria e cibo fresco. Per il buon Chuck (che, non c'è più dubbio, porta più sfiga di un camion di gatti neri) è l'incubo peggiore che torna a materializzarsi: e come se non bastasse l'essere intrappolato in attesa dei soccorsi e a corto di Zombrex, il nostro riluttante eroe scopre oltretutto di essere stato falsamente accusato come responsabile dell'accaduto. Insomma: sopravvivere in un ambiente un tantinello insidioso, occuparsi della salvaguardia della propria bambina anche a costo di rovistare fino all'ultimo angolo di Fortune City, salvare quante più persone possibili, e magari, nel libero libero, fare qualcosina per dimostrare al mondo di non essere un sanguinario terrorista. Spero proprio che tu non abbia preso impegni per i prossimi tre giorni, Chuckie.

Formula che vince non si cambia, è questa la filosofia di fondo che ha animato i ragazzi di Blue Castle Games nello sviluppare Dead Rising 2. E di vincente, di unico e di immensamente appagante, al primo capitolo del survival-sandbox targato Capcom non mancano di certo solidissime fondamenta da cui ripartire. Questo sequel parte precisamente con l'intento di rispettare con rigore religioso queste premesse:

La modalità principale ripartita su 72 ore? Rieccola.
Le frenetiche lotte contro le lancette dell'orologio per portare a termine qualunque compito? Potete giurarci, e ora muovete quelle chiappe, su.
I fantatrilioni di zombie ovunque vi troviate, e l'altrettanto variegato ventaglio di soluzioni che potrete adottare? Come prima, più di prima.
Le continue missioni di scorta? Ovviamente.
I boss schifosamente impegnativi? Sì, diosanto, sì...
Il grado di sfida spietato, le playthrough multiple praticamente obbligate, le bestemmie? Preparatevi a guadagnarveli per bene, i finali migliori.
L'irriverenza di fondo, i toni orgogliosamente esagerati, il divertimento insano? FUCK YEAH!!

Già riuscire a riproporre con la stessa efficacia gli elementi che hanno reso grande l'originale Dead Rising senza scadere nella banale copia carbone è un traguardo di tutto rispetto, e non si può dire che gli accorgimenti messi appositamente in atto non abbiano fatto centro.

Ad esempio, la novità più significativa sul fronte gameplay è l'introduzione delle armi combo, e fidatevi, è una new entry che si fa sentire. Chuck, a differenza del caro vecchio Frank, non ha alcun interesse nel portarsi a presso una fotocamera con cui andare a caccia di scatti unici e remunerativi; ma in compenso è un valido meccanico, un talento naturale nel fai da te, nonché possessore di un'immaginazione molto ma molto malata. Il primo accesso a un banco da lavoro, la scoperta di una mazza da baseball e una scatola di chiodi: il passo da quel rudimentale quanto efficace bastone ferrato che che vi troverete tra le mani fino all'ideazione e all'assemblaggio degli strumenti di morte più improbabili, eccessivi e gratuitamente fighi che qualunque cacciatore di zombie abbia mai avuto il coraggio di concepire. Vi piace l'idea di una pagaia con due motoseghe alle estremità? O forse vi aggrada maggiormente l'idea di un forcone potenziato dal motore di un trapano industriale? Ancora banali per i vostri gusti? Allora c'è sempre un elmetto con una lama di falciatrice installata in cima, o una sedia a rotelle elettrica tappezzata di fucili d'assalto e programmata per lanciare insulti con una voce robotica alla Stephen Hawking (no, non me lo sto inventando.).... E questo, solo per rendere l'idea. La varietà di armi convenzionali e improprie a disposizione e tutti i margini di improvvisazione da combattimento era già fantastica nel primo capitolo; la trionfale orgia di nastro adesivo e ingegneria Macgyveristica degenerata che risponde al titolo di Dead Rising 2 va ben oltre, spingendo questo fattore all'estremo e al di là di ogni logica. Il solo scoprire, costruire e testare sul campo il maggior numero possibile di queste diavolerie, è qualcosa che vale il prezzo del biglietto. Questo. anche facendo finta che il gioco non vi incentivi attivamente a eseguire uccisioni fuori dagli schemi, riservando i bonus d'esperienza più succosi alle kill ottenute mediante i supporti meno ortodossi.

Un'altra novità è l'ingresso in scena del vil danaro. Dopotutto, siete in un luogo disseminato di casino e abitualmente frequentato da gente che in quanto a pecunia non se la passa malissimo. Vien da sé che un portafogli gonfio si rivelerà un vantaggio, o una risorsa strategica: Non trovate Zombrex? Poco male, quei simpatici saccheggiatori ne hanno in vendita, assieme a oggetti pregiati, outfit esclusivi e addirittura veicoli con cui rendere più veloci e sicuri i nostri continui spostamenti. Quel cocciuto sopravvissuto si rifiuta di unirsi a noi? Una mazzetta può fare miracoli. Niente cibo nei dintorni? Quel distributore di snack può fare al caso nos... un momento, 100 dollari per una sacchetto di patatine? Mi state prendendo per il culo?

Poi, non è una nuova feature vera e propria, ma, per quel che sono gli effetti, poco ci manca: l'intelligenza artificiale delle persone che potremo aiutare e portare al sicuro. La cosa più frustrante del prequel era senza ombra di dubbio il portare a termine le scorte, grazie a un'IA raccapricciante per cui il percorso fino al rifugio era puntualmente una sofferenza indicibile. Ora, i passi avanti in merito lasciano addirittura increduli: non solo non dovremo più fare la parte di Tata Lucia con degli emeriti decerebrati capaci di buttarsi in bocca all'unico zombie nel raggio di chilometri, ma ci troviamo alleati reattivi, collaborativi e ragionevolmente in grado di badare a sé stessi. Affidategli un armamento adeguato, e i sopravvissuti possono addirittura rivelarsi un aiuto concreto nel combattere gli psicopatici.

Giust'a proposito, se il livello di difficoltà generale si può dire (relativamente) ammorbidito, affrontare i boss resta sinonimo di tanto, tantissimo dolore. I nuovi psicotici colpiscono duro più che mai, possono assorbire una quantità notevole di danni, e la strategia da adottare contro di loro non è sempre così scontata. Essere colti alla sprovvista è ancora più facile che prima, e presentarsi a questi appuntamenti senza un personaggio adeguatamente potenziato, lascia possibilità di successo pressoché nulle.

Già, per quanto si noti lo sforzo di rendere l'esperienza di gioco la più equilibrata possibile, farvi qualche partita di "warm up" e mettere assieme qualche livello prima di fare sul serio, resta un requisito ampiamente consigliabile per poter ambire ad arrivare fino in fondo, e senza essersi lasciati per strada troppe missioni secondarie. In generale, forse la sfida offerta dal gioco originale era globalmente più impietosa e gratificante, ma sarebbe quantomeno ingeneroso dire che questo secondo episodio si permetta di fare troppi sconti al giocatore.

Insomma, ben più di uno scialbo more of the same, anzi, posso tranquillamente parlare di un bis ottimamente piazzato, con cui Dead Rising si conferma ufficialmente come un brand di tutto pregio, e una scheggia di sana follia che ha saputo incunearsi nel mezzo di un panorama dove la creatività non è sempre qualcosa di scontato. Solo, ora chi mi toglie dalla testa le strane e pericolose idee che mi automaticamente balzano in testa ogni volta che vedo due oggetti a caso sulla scrivania?


Voto: 9/10

martedì 2 settembre 2014

140 caratteri rubati alla piscicoltura necrofora.

Schiavi dei social network come tutti i patetici viventi? Gioite, dacché potete seguire il vostro blog di mediocri recensioni horror preferito anche su Twitter. Cercate @pescezombie e non esitate a raccomandarlo a parenti, amici, amici di amici, conoscenti, idraulici dell'istruttore di pilates della sorella del cognato del cugino di secondo grado del fratello del vostro inquilino, o semplici passanti di manifesto cattivo gusto.
Ve ne pentirete, ma con stile.

Recensione videogioco: Dead Rising







Titolo: Dead Rising
Anno: 2006
Sviluppatore: Capcom
Distributore: Capcom
Piattaforme: Xbox 360



"Questo gioco non è sviluppato, approvato o su licenza da parte dei proprietari o dei creatori de 'L'alba dei Morti Viventi' di George A. Romero".

Se già dalla copertina, un videogame si presenta con un diniego tanto gratuito quanto sospettosamente specifico, semplicemente non può non avere la tua attenzione. E non solo perché l'unico precedente nei tie-in ufficiali dei film del Maestro della fiction zombesca (Land of the Dead - Road to Fiddler's Green, per la cronaca) era una mezza cacata di cui dimenticarsi alla svelta. Beh, qui semplicemente abbiamo un'apocalisse zombie fresca fresca e un centro commerciale. Aggiungete una struttura sandbox e il bollino Capcom sotto la voce sviluppatori, e già dovrebbe essere ragionevole supporre che nulla a questo punto può andare storto. Ora, sommate a tutto ciò un approccio gioiosamente sopra le righe, un protagonista da annali di burinaggine e un achievement che vi sfida a fare secchi in un'unica partita 53.594 non morti, e forse potrete finalmente capire come a lungo ho bramato una Xbox360 quasi unicamente per poter mettere le mani su questo titolo.
E sì, specifichiamolo fin da subito, le mie aspettative non sono state minimamente deluse, Dead Rising è ESATTAMENTE quella megafigata del Cristo che annuncia urlando a squarciagola nel proprio stropicciato e sanguinolento biglietto da visita. Detto questo, potrei anche chiudere direttamente qui quella che sarebbe la più breve e facile delle recensioni ospitate da questo squallido blog, per la gioia di chi, tra i miei 4-5 affezionati lettori non abbia tutto sto tempo o voglia di sorbirsi un pistolotto inutilmente prolisso pur di leggere un parere su un horror di cui non frega un cazzo a nessuno o (come in questo caso) o di cui avrà già avuto accesso a un qualche migliaio di articoli e opinioni. Ma appunto, sono inutilmente prolisso (nonché vagamente offeso, so che avete annuito durante tutto l'ultimo paragrafo), quindi mi sforzerò di esporre qualche argomentazione in più: 

- Dead Rising è vergognosamente divertente: Prendete uno come Frank West, fotografo di guerra, reporter d'assalto, wrestler dilettante e badass a tempo pieno; mettetelo di fronte allo scoop di una vita e frapponete tra i due elementi un esteso tempio dello shopping popolato in ogni centimetro quadrato da migliaia di zombie, diversi sopravvissuti da portare in salvo e qualche occasionale psicopatico a piede libero, il risultato è purissima goduria ludica. La priorità assoluta è sopravvivere, e dovrete farlo sfruttando i mezzi che l'ambiente circostante vi metterà a disposizione. Vale a dire: qualunque cosa può essere raccolta e improvvisata come strumento di difesa e offesa. Se un coltello da caccia, una mazza da baseball o uno shotgun possono sembrarvi banali e scontati, basta guardarvi attorno: Un cestino del pattume? Una panchina? Un tosaerba? Un manichino da negozio di abbigliamento? Un televisore? Tutto fa brodo nelle mani del pragmatico Frank. Se può sfondare un cranio non-morto, è da considerarsi un'arma. Se non può... potete comunque raccoglierlo, usarlo, e magari scoprirne pure una qualche utilità. L'interattività con ciò che vi circonda è impressionante, e considerata la varietà di materia prima messa a disposizione dai più di 80 negozi presenti nel Willamette Parkview Mall, c'è ben poco da annoiarsi. E non che si corra il rischio di rimanere a corto di bersagli su cui sfogare cotanta creatività; per quanto possiate impegnarvi per decimare le orde di salme deambulanti & affamate, sarete sempre in soverchiante inferiorità numerica, rendendo il combattimento un'utile via per incrementare la conta di uccisioni o per aprirsi la strada o crearsi una via di fuga, ma non certo un vantaggio a lungo termine, contro un'infestazione che procede a ritmi ben più alti rispetto alle vostre potenzialità distruttive. Abituatevi ad avere una strategia, nel caso vogliate salvare la pelle.


- Dead Rising è un sandbox atipico: Vi ho parlato dei margini d'azione pressoché sconfinati e della totale libertà di esplorazione. Bene, ora pensate a qualunque videogioco si basi su questi ingredienti, focalizzatevi su tutte le strategie e i trucchi del mestiere accumulati a riguardo... e dimenticateli. Dead Rising non è un GTA qualsiasi, o piuttosto, Dead Rising è infinitamente più malvagio di un GTA qualsiasi. L'orologio da polso di Frank è ben più di un semplice gadget alla moda: da queste parti non esiste missione (principale o opzionale che sia) che non risponda a rigidi limiti di tempo. D'altronde, le premesse sono chiare: il nostro cronista ha concordato 72 ore per documentare il terrificante incidente di Willamette prima che l'elicottero da cui è arrivato torni a prelevarlo e portarlo al sicuro, in quei tre giorni saranno tante le verità da scoprire, e nel mentre, non mancheranno occasioni di trovare sopravvissuti e accompagnarli verso la salvezza rappresentata da qualche rifugio di fortuna, oppure eliminare minacce ben più pericolose degli zombie stessi. Completare tutti gli obiettivi (o realisticamente, più obiettivi possibili) richiederà necessariamente una rigida disciplina e una severa gestione delle pochissimo tempo concesso di volta in volta. Poi, volete bighellonare, uccidere e saccheggiare senza un perché ed esentati da responsabilità alcuna? Liberi di farlo, ma così vedrete sfumare la possibilità di fare luce sulle cause dell'incubo che state vivendo, condannerete a morte sicura (o peggio) un sacco di innocenti... e quel che è peggio, perderete innumerevoli opportunità di accumulare esperienza e rinforzarvi... e questo ci porta al prossimo punto.


- Dead Rising è un gioco hardcore: Una cosa dovrebbe oramai essere chiara: questo non è affatto il gioco più accomodante con cui vi capiterà di avere a che fare. Può essere che c'entri che sia nato soltanto agli albori della settima generazione di console (ossia, il picco più alto dell'user friendly mai registrato nella storia del gaming), ma poco importa; tutti i progressi che compirete ve li dovrete sudare, e in ogni caso, essi passeranno attraverso una coltre di sangue, sudore e rosari di bestemmie. Gli elementi GdR saldamente integrati nel gameplay non sono altro che una scusa per farvi ricominciare da zero più e più volte, dopo svariati e atroci decessi: Dead Rising è pensato in modo nemmeno tanto velato per essere gustato ed eventualmente portato a termine su più giocate, che difatti ripartiranno di volta in volta conservando il vostro livello e tutti i vantaggi che ne conseguono (dicasi: abilità e mosse speciali, aumenti nella barra di energia, potenza di attacco, slot dell'inventario, velocità di movimento ecc... oltre a specifici bonus sbloccati portando a termine specifici compiti). Avventurarsi più a fondo del dovuto durante la vostra prima escursione, con ogni probabilità si risolverà in maniera tutt'altro che onorevole e indolore alla prima situazione davvero intricata. Per dire, non illudano le masse di nemici standard, pericolose, ma nel più dei casi, aggirabili con (relativa) facilità; i boss (rappresentati da persone vive andate completamente fuori di testa), nonostante siano prevalentemente facoltativi, sono senza eccezioni una spina nel fondoschiena pressoché insormontabile per qualunque giocatore sprovveduto o non ancora abbastanza attrezzato. E pure una meccanica di routine, quale salvare i sopravvissuti trovati qua e là nel centro commerciale, è un'impresa nient'affatto scontata, complice anche un'intelligenza artificiale da linciaggio (unico vero difetto del gioco, fortunatamente corretto già a partire dal sequel) che vi complicherà il più possibile la vita in barba a qualunque spirito umanitario (o sete di punti esperienza, di cui le scorte sono largamente la fonte più copiosa). Aggiungiamo (o meglio, ribadiamo) che tutto in Dead Rising sia una continua e spietata lotta contro il tempo, e il quadro che ne esce lascia ben poco spazio all'interpretazione: siamo di fronte a un'opera che richiede imprescindibilmente pazienza, impegno e resistenza alla frustrazione, cosa in nettissima controtendenza rispetto agli standard del gaming odierno, per cui spesso arrivare a una schermata di game over o a un punto morto richiede quasi più dedizione rispetto al godersi i titoli di coda. Solo per questo il più recente brand zombesco di Capcom merita con tutto il merito del mondo di ritagliarsi un proprio specifico spazio all'interno di un panorama mainstream sempre più standardizzato. Poi beh, scusate se insisto, ma...


- Dead Rising è una megafigata del Cristo: Allora, ho appena ucciso con grande fatica un clown impazzito armato di due motoseghe grazie a un tubo di piombo racimolato nell'angolo di un magazzino e un paio di cartoni di latte, nel cercare altro cibo per curarmi mi imbatto in un paio di turisti asiatici, con cui riesco a comunicare e reclutare solo grazie a un dizionario di giapponese trovato nei dintorni; da lì a poco il tubo mi si spezza nello spaccare la testa a un ciccione frollato con tanto di carrello della spesa (vi ho già detto che TUTTI gli oggetti hanno una durata limitata?) e resto disarmato, e nel frattempo scopro che Shinji sta tirando le cuoia, inutili i tentativi di tirarlo fuori dal pic-nic che un centinaio di non morti hanno organizzato a sue spese. Pazienza, Yuu sta ancora benino. Attraverso il parco evitando le smitragliate dei tre evasi che scorrazzano nella loro jeep militare rubata, e ritorno nel distretto più vicino al rifugio, per scoprire che un culto a base di sacrifici umani ha preso possesso del multisala e dintorni. Riesco a raccogliere una palla da bowling con cui fracasso qualche scatola cranica e guadagno una manciata di metri, scatto un paio di foto, sperando di guadagnare abbastanza punti da sbloccare un nuovo livello, e riparto alla disperata, dribblando tanto gli zombie quanto i cultisti armati di coltelli ed esplosivi. Vorrei solo arrivare alla zona sicura, per poi dirigermi a North Plaza, dove pare ci sia un negozio di armi da fuoco ancora discretamente rifornito... non fosse che entro mezz'ora mi inizia una missione principale, e mi stanno chiamando via radio perché un superstite è appena stato avvistato esattamente dall'altra parte della mappa, ma sono troppo impegnato a farmi strada tra questi fottutissimi zom..."EHI, E' MALEDUCAZIONE RIATTACCARE!"


Sul serio, come può essere concepibile non amare questo gioco?


Voto: 9/10